Riflettori su: La comunicazione di crisi

Parliamo di un’attività estremamente complessa per le condizioni di incertezza che si verificano in quei momenti.
L’esperienza dei fatti racconta che si inizia quasi sempre a comunicare in ritardo, con troppe ambiguità, minimizzando sulle conseguenze.
Troppo spesso non si valuta accuratamente il trascinamento emotivo del pubblico che inevitabilmente si chiederà:
– Quante le vittime o i danni?
– Quale è la causa del fatto?
– Chi è il responsabile?
– Chi pagherà per questo?
– Stanno cercando di coprire le responsabilità di qualcuno?
Senza dare una risposta a queste domande si instaurerà inevitabilmente una piramide perversa di illazioni e indiscrezioni.
La comunicazione di crisi è innanzitutto una narrazione e come tale ha delle caratteristiche da osservare.
Il miglior modo per prepararsi, oltre agli errori da evitare, è quello di avere un piano di comunicazione creato per queste evenienze.
Un interessante approfondimento sulla natura della comunicazione di crisi: http://bit.ly/1JW1w05

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