DIALOGHI D’AMORE
Vinicio Marchioni / voce recitante
Francesca Giovannelli / pianoforte
Musiche di L. van Beethoven, F. Chopin, C. Debussy
Testo di Gabriele Marchesini
Ideazione progetto a cura di Elena Marazzita
Produzione e distribuzione AidaStudio
Di solito l’amore lo si dichiara oppure lo si canta. Il mondo pullula di canzoni d’amore composte in tutte le epoche. Perché allora questo spettacolo-concerto viene chiamato dialoghi d’amore? Per-ché qui due linguaggi diversi si incontrano e con modalità ed emozioni differenti ci parlano dello stesso tema. Essi sono la parola e la musica. E la parola è quella scritta per essere pronunciata e non cantata. La musica viene affidata alle note di Beethoven, Chopin, Debussy e Schumann, suonando l’amore nella sospensione, nella perdita, nell’estasi incantata, nelle contraddizioni, nell’attesa. L’amore è materia delicata. Prescinde dalla logica, fa a pezzi la ragione, si articola secondo percorsi emotivi altalenanti che ne determinano le sorti e la forma espressiva, in un’alternanza costante tra dialogo, monologo, soliloquio. La condizione amorosa ha bisogno di es-sere continuamente espressa, non la si può ignorare o negare: preme, incontenibile e inarrestabile, anche quando tace. E quello è il sentimento interiore che si prova nel proprio intimo, quello che la musica più di qualunque altra modalità espressiva è in grado di esprimere. Però esprimere a parole il sentimento amoroso è un tentativo inevitabile che si è condotti, insistentemente e continuamente a fare. Rincorrere la spiegazione del mistero, dell’alchimia, è una pulsione indomabile per l’essere umano tanto più per quello innamorato, preda di sé e lontano dal centro di sé, eppure vibrante, intenso più degli altri, per il quale, più del futuro che è l’obiettivo agognato di una pro-messa di felicità, conta il presente, l’espressione del proprio sentimento. Non basta una vita per parlare d’amore, per fare parlare l’amore: che plachi le ferite, resti dramma, o si dispieghi libera nella rincorsa (im)possibile di un traguardo ideale, ecco la voce amorosa cercata nei linguaggi da Platone a Sartre, da Proust e Goethe e Balzac a Freud, Barthes e Lacan. Da Nietzsche a Flaubert. E oltre. Ma cercando di trasformare ogni voce in un flusso unitario: un unico monologo interiore.