Movimento imprese anno 2016

Le tensioni che da diversi anni affliggono l’intero sistema economico non sembrano ancora allentare la morsa ed anche quest’anno l’anagrafe camerale registra un segno negativo allontanando le aspettative di ripresa da più parti auspicata.

Nella provincia di Pesaro e Urbino, nell’anno 2016, il Registro delle Imprese della Camera di Commercio di Pesaro e Urbino rileva una flessione pari a -39 imprese  al netto delle 162 cessazioni d’ufficio, ovvero quelle cancellazioni effettuate direttamente dal Registro Imprese quando le imprese perdono i requisiti di legge per l’iscrizione.

Nello stesso periodo sono infatti nate 2.117 imprese contro 2.318 cessazioni per un tessuto imprenditoriale provinciale che comprende 41.069 imprese. In termini relativi nella provincia di Pesaro e Urbino si è registrata una flessione minima del tasso di crescita del    -0,09% rispetto ad una flessione del tasso regionale del -0,17% e del tasso nazionale del     -0,68%.

Sulla base dell’analisi settoriale hanno registrato una flessione i settori agricoltura con -53 imprese (con uno stock di 5.663 imprese), legno -13 (404), prodotti in metallo -20 (890), mobili -23 (1.200), commercio -61 (9.334), costruzioni -99 (5.809), trasporto e magazzinaggio -7 (1.239). Segnali positivi provengono invece dai servizi di alloggio e ristorazione +8 (2.969), le attività immobiliari +47 (2.565), attività finanziarie e assicurative +7 (689), attività di direzione aziendale e consulenza gestionale +24 (382), sanità e assistenza sociale +12 (203).

L’artigianato registra una flessione pari a -220 unità per una consistenza di 11.282 imprese e rappresenta il 27,5% dell’intero sistema imprenditoriale della provincia.

Le dinamiche relative alla natura giuridica delle imprese consolidano il rafforzamento strutturale del sistema provinciale con +254 società di capitale (9.959), -107 società di persone (9.081), -198 imprese individuali (21.239) e +12 altre forme (790).

Le difficoltà che ancora pesano sul sistema economico, conclude il Presidente Drudi, e l’elevata incertezza circa i tempi e l’intensità della ripresa economica rimangono tuttora fonti di rischio per un sistema che resiste da molti anni ed incontra difficoltà ad imporsi e consolidare la propria posizione. Tuttavia le imprese continuano a nascere, frutto della vocazione imprenditoriale che da sempre caratterizza il nostro territorio, ma si scontrano inevitabilmente con un mercato interno incapace di garantire consumi e occupazione. Dobbiamo quindi come Camera di Commercio e rappresentanze imprenditoriali proseguire nello sforzo congiunto di sostegno alla impresa e ricerca di nuove soluzioni che possano aiutare i nostri operatori a superare l’attuale congiuntura ed affrontare le nuove sfide di mercati sempre più competitivi.

Purtroppo, conclude il Presidente, a seguito della riforma voluta dal governo Renzi, le imprese perdono un consolidato punto di riferimento e sostegno in quanto è fatto espressamente divieto alle Camere di Commercio di intervenire sui mercati internazionali.

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