Export 2016: Pesaro Urbino a +3,1% nonostante il crollo in Russia

Drudi: “Governo faccia qualcosa”. Molto bene meccanica e nautica
Crescita dell’export del 3,1%, consolidamento della produzione su mercati solidi e ricchi, risveglio della nautica: sono i risultati positivi raggiunti dalle aziende pesaresi nel corso del 2016, che emergono dai dati ufficiali dell’Istat relativi allo scorso anno. La perfomance della provincia di Pesaro-Urbino è migliore della media nazionale (+1,2%) e, nelle Marche, è seconda solo a quella di Ascoli Piceno (+26,7%), fortemente condizionata dal dato di un’unica azienda del settore farmaceutico. Complessivamente, le imprese pesaresi hanno esportato merci per 2,5 miliardi.
La nota dolente che, però, emerge dai dati Istat è il continuo e pesantissimo crollo dell’export verso la Russia: Mosca è stato solo il dodicesimo mercato di sbocco, con 70,3 mln. (-23,6%): “Sono esterrefatto di fronte al disimpegno del governo italiano a livello europeo – commenta Alberto Drudi, presidente della camera di commercio -: non c’è dialogo, non ci sono tentativi di trovare forme diverse per penalizzare le autorità di quel Paese se non facendo pagare un prezzo pesantissimo alle nostre aziende, che perdono quote di mercato, a beneficio di concorrenti quali la Turchia, e di addetti, un trend quest’ultimo molto evidente fra le aziende che avevano o hanno nella Russia l’unico mercato di riferimento”.
Quanto al risultato dello scorso anno, “è un segnale di consolidamento – evidenzia Drudi -, perché il dato del 2016 segue l’ottimo risultato dell’anno precedente, quando la crescita fu dell’11,4%. Va detto che la crescita sarebbe stata decisamente migliore proprio se le aziende della nostra provincia non continuassero a pagare la continua frenata sul mercato russo, per via delle contro-sanzioni all’Ue e per l’embargo posto alle importazioni dell’agro-alimentare”.
Le buone notizie arrivano da Francia (289,6 mln. esportati e +12,2%), Germania (219,5 mln. e -1,4%) e Stati Uniti (214,1 mln. e +0,8%), “che sono mercati solidi e ricchi, presso i quali l’innovazione garantita dalle aziende pesaresi ha un appeal straordinario”, ma anche dalla Cina (49,2 mln. e +5%), diventato il dodicesimo mercato di riferimento grazie alla meccanica.
La novità assoluta è rappresentata dalle Bermuda, che è diventato l’ottavo paese di sbocco per le merci pesaresi: 102,5 mln. contro 6mila euro dell’anno precedente, per merito esclusivamente della nautica, che ha esportato prodotti per tutto il valore registrato. “Anche se fosse il segnale di un solo anno va visto in modo positivo – spiega il presidente dell’ente camerale -, perché quello della nautica è un nostro distretto di grande valore, che incide nell’economia provinciale: vedere un segno più, dopo aver assistito a un vero e proprio crollo, è motivo di grande soddisfazione”. Il settore, nel corso del 2016, è cresciuto “in modo significativo” anche verso Costarica, Bahamas, Germania e Ungheria.
Sempre sul fronte dei settori, è la meccanica che continua a trascinare l’export pesarese: 672,6 milioni (+3,9%), con una crescita in Francia (62,1 mln. e +34,9%), Stati Uniti (61 mln. e +2%) e Germania (46,2 mln. e +3,2%); la Russia è solo il tredicesimo mercato di sbocco (13,8 mln. e -37,7%), mentre va sottolineata la buona performance in Australia, al decimo posto tra i paesi di riferimento (19,2 mln. e +30%)
In sostanziale parità il mobile, con prodotti esportati per 318,6 milioni (-1,6% rispetto all’anno precedente). La Francia è sempre il cliente migliore (+3,3% con 52,1 mln.), seguita da Stati Uniti (+14,8% con 35,4 mln.) e Arabia Saudita (+21,4% con 33 mln.), che ha scavalcato la Russia (-10,5% con 26,1 mln.); performance positive anche in Germania (15,4 mln. e +2,6%) e Regno Unito (14,2 mln. e + 3,5%) nonostante la Brexit.

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