AZIENDE E SOCIAL MEDIA: NECESSITA’ O MODA – CHE NE PENSATE?

I dati di una recente ricerca eseguita dall’Osservatorio di Executive master SDC dello IULM di Milano, ci danno l’opportunità di riflettere sulle scelte operate da un campione di 720 aziende in merito al loro approccio con il mondo social.
Le aziende sono state classificate nei settori alimentare, arredamento, bancario, hospitality, moda e B2B (business to business).
È emerso che il 95.6% delle grandi aziende ha un sito web contro l’ 83.6 delle medie e il 66.8 % delle PMI; alimentari e banche sono le più presenti con oltre il 95%, il settore B2B è quello che ne fa meno uso con il 53,6%.

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La presenza sui social media è cresciuta nell’arco di 5 anni in modo esponenziale, e le aziende che hanno almeno un canale social aperto è passato dal 32% del 2010 al 73% del 2015.
In questo ambito le banche fanno la parte del leone con una percentuale di presenza del 96%, mentre è singolare osservare che i settori meno inclini ad operare sui social sono il settore del B2B con il 19.8% di presenza e l’hospitality con il 50.8%, quando sia l’uno che l’altro invece avrebbero bisogno di relazioni dirette con i propri prospect e clienti.
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Facile immaginare che la parte del leone la fa Facebook con il 79% di aziende del campione presenti, seguita da Youtube (55%), Google plus (55%), Twitter (48%) e gli altri. Di primo impatto, considerando le caratteristiche dei vari social media e le specifiche esigenze comunicative delle aziende, sorge il dubbio che non sia pienamente diffusa la consapevolezza delle effettive e differenti potenzialità che i vari social possono assolvere, e che il significato della presenza sugli stessi sia più un inseguire gli altri che una scelta strategica.
Sembra infatti emergere dai dati che buona parte di queste aziende pur avendo aperto dei canali social li aggiorni sporadicamente o quasi mai, e che questo fenomeno interessi circa un quinto del campione nei vari settori.
Il problema di un adeguato “content management” che la presenza sui social comporta è evidente, in quanto non è possibile creare contenuti servendosi delle logiche pubblicitarie classiche, ma è altresì necessario un approccio dedicato e tecniche specifiche. Le aziende dunque devono definire le proprie scelte e la propria identità sui social perché altrimenti, e soprattutto per le PMI, un’opportunità rischia di diventare ancora una volta un’occasione persa.

Quale è il vostro pensiero in merito?
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